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YOGA – CENNI STORICI

YOGA – CENNI STORICI

Antica pratica che unisce in sé scienza e spiritualità, etica e mitologia, da millenni sino ai giorni nostri lo Yoga accompagna l’uomo nella sua ricerca di spiritualità e affrancamento dalla sofferenza.

Lo Yoga è una disciplina di origini antichissime. Durante diversi scavi archeologici nella valle dell’Indo, l’attuale Pakistan, furono rinvenute numerose statue risalenti a diecimila anni fa che ritraevano antiche divinità somiglianti al Dio Shiva e alla Dea Parvati mentre eseguivano diverse Asana (posizioni) e momenti meditativi.

Narra la leggenda infatti che lo Yoga sia stato creato dal Dio Shiva, il quale decide di scendere dal monte Kailash, dove si era ritirato a meditare per ben diecimila anni, e tornare a raccontare e condividere quanto appreso.

Sua moglie Parvati, contenta di rivederlo, prepara per l’occasione un bel pranzo in riva al fiume. In questa occasione Shiva annuncia alla sposa che la meditazione lo ha portato a scoprire la più incredibile delle arti, il segreto dell’universo stesso, la fonte di unione tra l’individuo e la divinità: lo yoga.

Shiva inizia quindi a raccontare dello yoga a Parvati la quale diventa così la sua prima discepola.

Proprio in quel momento passa nel fiume il Signore dei pesci, Matsya,  che ascoltando la perfetta narrazione del padre dello yoga viene istantaneamente illuminato in questa arte. Shiva si accorge della sua presenza e gli schizza dell’acqua addosso con l’intento di scacciarlo,  il pesce però acquista una forma umana e da quel momento viaggia per l’India insegnando i sacri principi dello Yoga.

Il Dio Shiva è ritenuto il simbolo della coscienza suprema, la Dea Parvati rappresenta la conoscenza suprema, la volontà e l’azione ed è responsabile di tutta la creazione, madre di tutto l’universo. Questa forza creatrice è conosciuta anche come Kundalini Shakti, l’energia cosmica che giace all’interno di ogni essere e che, una volta risvegliata ed incanalata, conduce l’Uomo ad unirsi con l’Universo. L’anima individuale dell’uomo viene liberata dai suoi legami terreni e unita alla coscienza suprema.

Shiva e Shakti non possono quindi essere separati, fluiscono insieme: la coscienza di Shiva non può esistere senza l’energia di Shakti, simboleggiando così l’unione del maschile e del femminile presente in ogni essere.

 

Lo Yoga nasce con l’inizio della civiltà umana, quando i primi saggi di tutto il mondo iniziarono a percepire il proprio potenziale spirituale e svilupparono tecniche per ampliarlo. Queste tecniche anticamente erano segrete, rivolte a pochi eletti, celate e tutelate. Venivano tramandate solo da maestro a discepolo, con una guida diretta, costante, secondo la via del giusto vivere, affinché la comprensione fosse chiara, profonda, senza fraintendimenti.  Erano pratiche e conoscenze che si riteneva dovessero essere nascoste alle persone comuni.

Le prime forme scritte di cui si ha conoscenza relative allo Yoga sono i Veda, testi risalenti all’epoca della diffusione della cultura nella valle dell’Indo che in modo simbolico alludono allo Yoga, scritture criptiche rivolte quindi solo a coloro che fossero in grado di  comprendere.

Quando tali testi vennero letti, pronunciati, furono uditi dai rishi (i veggenti) ecco perché da allora vengono  considerate “scritture rivelate”.

Successivamente, negli Yoga Sutra, il trattato del saggio Patanjali, viene codificato e unificato il sistema yoga, il percorso,  il sentiero definitivo dello yoga da percorrere per il raggiungimento dell’unione del sé individuale con il sé universale. Esso comprende:

Yama: le restrizioni

Niyama: le osservanze

Asana: le posizioni

Pranayama: il controllo del respiro

Pratyahara: il distacco della coscienza dall’ambiente esterno

Dharana: la concentrazione

Dhyana: la meditazione

Samadhi: l’identificazione con la pura coscienza

 

In seguito, nel sesto secolo A.C. , l’influenza del Budda diede risalto agli ideali della meditazione, dell’etica e della moralità come elementi necessari per il raggiungimento della illuminazione, dell’unione,  e le pratiche preparatorie dello yoga vennero quindi ignorate. Ma i pensatori indiani considerarono tale via limitata e incompleta, in quanto ritennero necessario purificare il corpo e i suoi elementi prima di intraprendere le pratiche della meditazione.

Il saggio Gorakhnath scrisse  diversi libri sullo Hatha Yoga in dialetto locale, libri che come da tradizione precedenti erano in sanscrito o simbolici, allusivi e criptici, per celare la saggezza ai più e renderla accessibile solo a chi fosse  preparato e pronto per la comprensione del sentiero. Egli insegnò le asana ai suoi discepoli conducendo una vita lontano dalla società, nelle montagne o nelle foreste.

Gli animali erano grandi maestri per questi yogi,  essi osservarono che le creature animali vivevano una vita libera da malattie e problemi mondani, senza medici o sostanze coadiuvanti. Numerose tecniche yogiche sono state sviluppate attraverso l’osservazione e lo studio degli animali delle foreste e altrettante asana ne portano il nome.

Sarà Swami Swatmarama, una delle più eminenti autorità sullo Yoga a scrivere il testo Hatha Yoga Pradipika (Luce sullo Yoga), un testo che racchiude tutto il materiale esistente sull’argomento. Egli ridusse notevolmente l’enfasi su Yama ( le restrizioni) e Niyama (le osservanze) rendendo il sentiero dello Yoga più accessibile ai principianti.

In tale testo la via dell’illuminazione parte e pone l’importanza al corpo, che deve essere purificato e preparato, la mente calmata ed equilibrata e solo in seguito, quando si è pervenuti ad uno stato di stabilità, vengono introdotte Yama e Niyama,  autocontrollo e disciplina.

Se lo scopo fondamentale dello Yoga è e rimane un percorso spirituale per raggiungere l’unione con la coscienza superiore, il travalicamento dei propri limiti, lo sviluppo delle proprie facoltà ad un livello superiore, resta innegabile che l’esecuzione delle pratiche yogiche apporti numerosi e profondi benefici diretti e tangibili a chiunque, indipendentemente dagli obiettivi spirituali.

Ed è per questo che lo Yoga si è mantenuto in vita, ha continuato a diffondersi ed è giunto sino a noi nelle epoche attuali.

Per la maggior parte delle persone oggi lo Yoga è semplicemente uno strumento per alleviare i sintomi di una vita sedentaria e stressante, allungare la muscolatura e calmare le ansie del vivere quotidiano, ritrovare uno stato di benessere.

Per taluni può essere spunto di riflessione, fonte di senso per una vita priva di profondità e compassione umana, priva di armonia e grazia tra i vari aspetti della propria esistenza.

Resta il fatto che qualunque sia il nostro credo religioso, la nostra filosofia di vita, la nostra età, il nostro stato sociale o altro, intraprendere il sentiero del “giusto vivere” non ci lascerà senza benefici, senza stupore, senza miglioramenti.

Il sentiero dello yoga è un viaggio all’interno di noi stessi per aprirci al mondo.

Fin dove spingerci e dove arrivare dipende solo da noi.

Om Shanti

Deborah Finamore

Dal 2000 guida classi di meditazione e di Yoga. Diplomata come istruttrice Hatha-Yoga fonda la “Yoga Benessere” per la diffusione della pratica dello Yoga a Roma. Segue costantemente corsi di aggiornamento e coordina classi di meditazione.

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